Visione intuitiva e percezioni comuni

«Questa prima parte di nozioni preliminari deve contenere necessariamente alcuni concetti dati per noti a priori o comunque legati ad una visione intuitiva che sostituisca ulteriori specificazioni. [...] L'importante, quando si definisce l'oggetto dello studio della fisica, è capirsi su basi intuitive, intendendosi su cosa si sta parlando. Nulla di meglio quindi che utilizzare le percezioni comuni a tutti gli osservatori.»
(Franco Dalfovo, Alcune considerazioni storiche e metodologiche sulla fisica)

Nel leggere il testo per la scuola media mi chiedo quanto esso tenti di fondarsi su basi intuitive e di assicurarsi che i ragazzi intendano ciò di cui sta parlando, visto il modo con cui introduce la nozione di calore, come "quantità di energia posseduta da un corpo che si esprime con la vibrazione delle sue molecole".
Innanzitutto il concetto di energia mi pare abbastanza lontano dall'intuizione dei ragazzi; inoltre, la definizione che il testo dà di energia ("energia è tutto quello che può, in qualche modo, cambiare la materia: cambiarne la posizione nello spazio, cambiarne l'aspetto e le caratteristiche, cambiarne la forma, e così via") non mi sembra per nulla felice o illuminante; infine, per quanto sia vero che il percorso storicamente seguito dalla scienza non sia sempre quello logicamente o didatticamente migliore da percorrere, in questo caso credo che gioverebbe alla comprensione considerare l'equivalenza tra calore e lavoro (e dunque il riconoscimento del calore come forma di energia) come uno dei traguardi da raggiungere, invece che come il punto di partenza.
Del tutto slegata dalle percezioni dei ragazzi è poi l'idea della materia composta da molecole in vibrazione. Anche questa, credo, potrebbe essere un'interpretazione a cui giungere dopo un certo cammino, non poco faticoso, ma non credo abbia senso prenderla come punto di partenza.

Molto più fedele a questa impostazione, che chiede di capirsi innanzitutto su quale sia l'oggetto del discorso che si vuole condurre, mi pare invece il manuale per il liceo scientifico. Prima di introdurre la temperatura, infatti, esso fa riferimento proprio alle "percezioni di caldo e freddo [...] innate negli esseri viventi", ed è per valutare quantitativamente ed oggettivamente queste stesse percezioni che introduce la grandezza in questione. Per introdurre il calore, inoltre, non parte da considerazioni di carattere energetico, bensì dall'osservazione sperimentale che due corpi a temperatura diversa, posti a contatto, raggiungono la stessa temperatura: il calore viene introdotto come grandezza atta ad interpretare questo fenomeno.

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