Fase di osservazione

Metodologia

Le prime ore di presenza in classe come tirocinante, a fianco della tutor, prof.ssa Monica Zani, sono state puramente di osservazione; ho scelto di sedermi in un banco in fondo all'aula, in modo da costituire una presenza il meno invadente possibile. In questa prima fase mi sono lasciata guidare dalle schede che ci erano state consegnate dalla supervisore del tirocinio, prof.ssa Marina Dalè.
Una volta terminata questa prima fase, non è però venuto meno il mio spirito d'osservazione. In particolar modo dopo aver seguito il corso del prof. Pierpaolo Triani di Progettazione ed organizzazione dell'insegnamento e analisi dei modelli educativi, ho provato a svolgere in classe gli esercizi che ci erano stati proposti, relativi alla capacità di presentazione di una lezione, tratti dal testo di E. Perrot, L'insegnamento efficace.

Osservazioni effettuate

Sono qui scaricabili le schede di osservazione guidata che ci erano state consegnate dal supervisore del tirocinio, relativamente a:
* matematica nella classe III A;
* matematica nella classe IV A;
* matematica nella classe V C;
* fisica nella classe V C.

Vorrei riportare inoltre, una delle osservazioni condotte rispondendo alle domande poste da E. Perrot nel testo sopra citato. Mi riferisco ad una lezione di fisica, tenuta dalla tutor nella classe V C il giorno 8 febbraio 2001. In essa si trattava di dimostrare la relazione di Einstein E = mc2, a partire dal teorema dell'energia cinetica, dal secondo principio della dinamica e dalla relazione tra massa, massa a riposo e velocità.

Introduzione d'insieme
Il metodo usato dall'insegnante per introdurre la lezione ha focalizzato l'attenzione sull'argomento e ha stimolato l'interesse degli alunni?
  Sì, grazie anche al fatto che si trattava (ed è stato presentato) come un argomento ormai entrato a far parte di quelli più spesso divulgati, anche a sproposito.
L'introduzione dell'insegnante ha consentito un passaggio graduale dal materiale conosciuto al nuovo materiale?
  Sì, grazie al fatto che sono state richiamate tutte le nozioni necessarie alla comprensione dell'argomento; particolare attenzione è stata posta anche alle notazioni, specificando il significato di tutti i simboli che si sarebbero usati e motivando le scelte fatte, parzialmente diverse in questo contesto rispetto ad altri.
L'introduzione ha creato una struttura organizzativa per la lezione?
  Sì, anche se molto semplice.
L'insegnante ha fornito chiavi o materiali che hanno aiutato gli alunni a comprendere le idee esplorate nel corpo della lezione?
  No.
Chiusura
L'insegnante ha sintetizzato alla fine i punti principali della lezione?
  Sì.
L'insegnante ha fatto sintetizzare agli alunni i punti principali della lezione, ponendo alla fine delle domande?
  No, ma ciò è comunque avvenuto spontaneamente da parte di uno degli studenti, che per avere la conferma di aver compreso appieno quanto esposto dall'insegnante l'ha brillantemente sintetizzato e ripetuto.
L'insegnante ha consolidato i punti e le idee principali durante la lezione prima di passare a nuovi argomenti?
  Sì; ogni volta che durante la dimostrazione si concludeva un calcolo, sottolineava il risultato ottenuto e ripercorreva tutti i passi fatti.
L'incoraggiamento e l'approvazione dati dall'insegnante hanno determinato una sensazione di progresso?
  No.
Variazione dello stimolo
Registrare gli esempi di variazione dello stimolo che ricadono in ciascuna delle seguenti categorie, ponendo un segno nella casella a fianco di esse.
In vari momenti durante la lezione l'insegnante si è spostato nello spazio dell'aula. *
L'enfasi dell'insegnante per focalizzare l'attenzione è stata data attraverso espressioni verbali (ad esempio: "guardate qui", o "ascoltate attentamente", ecc.). ***
L'enfasi dell'insegnante per focalizzare l'attenzione è stata data attraverso espressioni gestuali (mani, corpo, testa, viso). **
Vi sono stati cambiamenti nel modello di linguaggio, come variazione di velocità, volume ed espressività.  
L'insegnante ha variato il tipo di partecipazione dell'alunno: insegnante/gruppo; insegnante/alunno; alunno/alunno. **
L'insegnante ha utilizzato materiale visivo, in modo che l'alunno dovesse guardare per ottenere l'informazione, non ascoltare. *
L'insegnante ha richiesto, da parte dell'alunno, l'uso del tatto.  
L'insegnante ha richiesto, da parte dell'alunno, l'uso dell'olfatto.  
L'insegnante ha fatto uso di suoni oltre che del linguaggio.  
L'insegnante ha compiuto gesti non necessari o movimenti inapproppriati, che hanno distratto o potevano distrarre gli alunni.  
La voce dell'insegnante era troppo alta.  
La voce dell'insegnante era troppo bassa.  
La voce dell'insegnante era troppo monotona.  
La voce dell'insegnante era troppo veloce.  
La voce dell'insegnante era troppo lenta.  
Chiarezza della spiegazione
Registrare gli esempi di comportamento che rientrano in ciascuna delle seguenti categorie, ponendo un segno nella casella a fianco di esse.
Discontinuità nel tema  
Interruzioni e frasi non completate  
Domande senza possibilità di rispondere per gli alunni  
Frasi troppo complesse dal punto di vista grammaticale  
Uso di tecniche visive per la spiegazione *
Termini tecnici non necessari  
Vocabolario difficile non spiegato  
Parole o frasi vaghe *
Oggetti e relazioni tra gli stessi identificati  
Collegamenti esplicativi ****
Commenti ****

Verifica

Che cosa ho imparato a fare?
In questa fase del tirocinio diretto, non credo  tanto di aver imparato a fare qualcosa, avendo visto la mia tutor farlo, quanto di essermi allenata ad osservare me stessa e i miei alunni, dopo aver ampiamente osservato lei e i suoi. Non so se questo fosse esattamente lo scopo che ci si era voluti prefiggere nel progettare il tirocinio, ma sinceramente non credo sia cosa da poco. L'aver condotto un'osservazione mirata, guidata da domande precise e inerenti aspetti diversi (dall'atteggiamento dell'insegnante e degli alunni, all'ambiente fisico in cui si svolge la lezione, dagli strumenti didattici usati, alla struttura generale della lezione, ecc.) mi ha stimolato a cercare di valutare tutti quegli aspetti anche nel mio modo di far lezione, di essere in classe, di rapportarmi con gli alunni.

In che cosa sono cresciuta, come insegnante e come persona?
Questa auto-osservazione, mi ha portato ad accorgermi di alcuni (tanti!) difetti del mio essere in classe; ad esempio:
* non sempre riesco a fare in modo che l'ambiente fisico sia adeguato al tipo di attività che propongo (ad esempio: proporre dei lavori di gruppo e rimanere nell'aula in cui normalmente si tiene lezione e poi pretendere che i gruppi non si disturbino l'un l'altro forse è un po' contraddittorio);
* l'arredo delle aule in cui ho insegnato era per lo più lasciato al caso, o comunque alla discrezionalità di ciascuno; il risultato non era certamente il meglio in termini di facilitare l'attenzione o dirigerla, di volta in volta, su qualcosa di particolare;
* non ho mai discusso in un consiglio di classe sulla disposizione dei banchi, dando sempre per scontato che quella presente fosse quella ottimale (o l'unica possibile);
* difficilmente riesco ad organizzare attività differenziate per gruppi di alunni; mai attività individualizzate;
* non sempre sono attenta a coinvolgere nelle attività che vengono proposte (attraverso domande, sollecitazioni, ecc.) anche coloro che spontaneamente non lo fanno;
* non sempre ricerco un riscontro immediato della comprensione di ciò che è stato spiegato da parte degli alunni;
* non sempre, di fronte a situazioni simili, ho lo stesso atteggiamento con persone o in classi diverse, o semplicemente in giornate diverse;
* non sempre cerco di stimolare l'attenzione degli alunni; a volte, anzi, cado nell'assurdo errore di comportarmi come se ritenessi che, dal momento che sono presenti a scuola, gli alunni fossero "obbligati ad essere interessati";
* non sempre i miei gesti, atteggiamenti e movimenti sono "studiati" per essere veicolo anch'essi di comunicazione positiva con i miei studenti.

Che cosa non ho imparato, ma mi è venuta voglia di imparare?
Chiaramente, la maggior preoccupazione è, pian pianino, quella di riuscire a migliorare negli aspetti in cui l'auto-osservazione mi ha reso cosciente di essere un po' scarsa. Inoltre credo che sia decisamente importante continuare ad agire e a guardarsi agire, per verificare di continuo il proprio cammino professionale.

Dove e come potrei farlo?
Penso che un grosso aiuto all'auto-osservazione e auto-verifica possa provenire dall'uso di vari materiali che ci sono stati forniti nei corsi dell'area di formazione docente, a partire da quello di Teorie della valutazione, tenuto dal prof. Lucio Guasti