L'infinito dei
matematici (questo link porta all'indice degli argomenti
trattati, da cui si potranno scaricare i file in formato pdf dei vari capitoli) è il
titolo della tesi con cui mi sono
laureata in matematica nel 1998 (era l'ultima sessione dell'anno
accademico 1996/1997) presso la sede di Brescia dell'Università
cattolica del Sacro Cuore. Mi era piaciuto tanto scrivere la tesi.
Avevo scelto un argomento che mi affascinava e avevo potuto affrontarlo
non solo tecnicamente e non solo filosoficamente; avevo trovato la
disponibilità, come relatore e come correlatore, di due
professori che stimavo moltissimo.
Non so se qualcuno leggerà le pagine che ho scritto allora.
Chissà quante altre tesi sono state scritte nel frattempo:
più aggiornate, più approfondite, meglio redatte. Se
queste pagine potranno essere utili per qualcuno, o semplicemente
suscitare l'interesse di qualcuno, sarò ben contenta. Ma il
"problema" che mi ha spinto a caricare (con un certo dispendio di
energia) la mia tesi sul web è semplicemente che mi sono accorta
di averla scritta... nel secolo scorso! Cercavo la bibliografia della
mia tesi; la cercavo sul computer
e ovviamente non l'ho trovata (poi ho fatto i conti: è il terzo computer che cambio da quei
tempi!); allora l'ho cercata tra i vari cd, più di una volta, e non
l'ho trovata. Il cd
più antico con i miei files
risale al 2000. Così, mi sono messa a cercare tra i dischetti,
sepolti in uno scatolone (tutti belli in ordine, s'intende: sono sempre
stata un po' maniaca da questo punto di vista) e con grande gioia l'ho
trovata. Ho preso il mio portatile e l'ho guardato da tutti i possibili
punti di vista, ma a meno di voler inserire il dischetto nel lettore blu-ray (e non mi sembrava il caso)
o di tagliarlo a striscioline per inserirle una a una al posto delle smart card... non avevo chance. Così ho fatto 200 km
per tornare nella casa dove abitavo prima dell'ultimo trasloco per
cercare il lettore esterno (che ricordavo di aver già dovuto
prendere per il vecchio personal, per poter leggere i floppy che ci dava il mio buon
vecchio preside all'inizio di ogni anno scolastico). Riesumatolo e
portatolo a casa, ho aperto qualche file
della mia tesi e, oltre ad essermi ricordata che non avevo fatto delle
immagini digitali (bensì avevo fatto tutti i disegni a mano
direttamente sull'originale cartaceo) mi sono accorta che i file erano pieni di caratteri...
cinesi. Riuscirò ad aprire e leggere la mia tesi ai miei nipoti?
- mi sono chiesta. Ho pensato che forse sistemare le immagini,
esportare tutto in formato pdf e
salvare
sul
web non fosse una
brutta idea. Così, ci sto lavorando.
Questa era la dedica della mia tesi:
Ai miei amici.
Mi piace ripensare ogni tanto a loro, a quanto fossero quotidianamente
presenti nella mia vita e a quanto lo siano ancora,
nell'intimità di quella che sono anche grazie alle amicizie
coltivate, seppur fisicamente lontani.
E questa era l'immancabile citazione iniziale:
"Tutti gli uomini immediati e
d’azione, se sono attivi, è perché sono stupidi e
limitati.
Come si spiega ciò? Ecco
come: essi, in conseguenza della loro
limitatezza,
scambiano per cause prime quelle
più prossime e appena
concomitanti,
e in tal modo si convincono
più presto e più facilmente
degli altri
d’aver trovato alla loro
attività un sicuro fondamento, e
così s’acquetano; e questo è l’importante.
Giacché per cominciare ad
agire occorre essere preliminarmente
tranquilli, e che dubbi non ne rimangano punti.
Be’, e come farò per
esempio io a essere tranquillo?
dove le ho io le cause prime su
cui poggiare, dove li ho io i
fondamenti? Dove li andrò a prendere?
Io fo professione di pensiero,
il che significa che per me ogni causa
originaria se ne tira dietro un’altra ancora più originaria,
e così via all’infinito.
Questo è appunto il succo
d’ogni coscienza e d’ogni pensiero."
(da Ricordi dal
sottosuolo di
Fëdor Dostoevskij)