In questo periodo non si sa mai bene a quali "programmi" attingere quando ci si pone nell'ottica di programmare un percorso specifico. C'è l'idea dei nuovi curricoli nazionali che devono essere stilati, c'è l'idea che comunque le scuole autonome avranno la possibilità di costruire dei propri curriculi, ci sono i vari programmi sperimentali fioriti in questi ultimi decenni...
Ho deciso di far riferimento, come a delle indicazioni condivise a livello nazionale, a
i cosiddetti Programmi Brocca per gli indirizzi
scientifici e scientifico - tecnologici. In essi i contenuti sono divisi in temi (non
temporalizzati) per il biennio, mentre sono distibuiti annualmente per il triennio.
Personalmente credo che, in una buona classe, con una preparazione dalle scuole Medie
anche al di sotto di quelli che sarebbero gli standard previsti dai programmi del '79, ma
al di sopra di quanto abitualmente si riesce ad ottenere, la parte riguardante la
statistica potrebbe essere affrontata con successo anche durante il primo anno. Penserei,
in particolare, ad un percorso che si sviluppi dai mesi di settembre/ottobre fino alla
fine dell'anno scolastico, al quale dedicare all'incirca un'ora ogni due settimane
settimana (per un totale di circa 18 ore). Mi rendo conto che si tratta di un monte ore
non indifferente e che si potrebbero "insegnare" gli stessi contenuti in molte
meno ore, magari l'anno successivo, ma credo che una tale scelta possa essere giustificata
dalle seguenti osservazioni:
- gli argomenti di statistica che si propongono sono relativamente semplici e soprattutto non richiedono l'uso di un linguaggio simbolico esageratamente formale: per questo motivo possono essere incoraggianti anche per i ragazzini che con altri rami della matematica incontrano maggiori difficoltà (ed è bene che gli incoraggiamenti non manchino all'inizio del nuovo ciclo scolastico);
- se è vero quanto sosteneva Fischbein a proposito del fatto che i bambini più piccoli percepiscono la probabilità meglio di quanto non facciano gli adolescenti, e se è vero quanto sosteneva Hawkins a proposito del fatto che la scuola è uno dei maggiori ostacoli all'emergere dei concetti probabilistici e statistici, mi pare che sia giocoforza cercare di anticipare il più possibile, anche nella scuola superiore, l'approccio alla statistica ed alla probabilità;
- la statistica partecipa ai momenti fondamentali della ricerca scientifica e credo che questo basti a rendere fondamentale, in un corso ad indirizzo scientifico, l'approccio con tale disciplina fin dagli inizi; aver chiarito alcune fondamentali caratteristiche della statistica non sarà allora una perdita di tempo nelle ore di matematica, ma un grosso guadagno in termini di comprensione del metodo della chimica, della biologia, della fisica, delle scienze della terra...
- l'utilizzo dei laboratori di scienze, in particolar modo quello di fisica, per la conduzione di esperienze anche quantitative necessita che gli alunni abbiano un minimo di confidenza con quella che è la "teoria degli errori"; mi sembra che (forse su imitazione di quanto previsto dai licei che aderivano al P.N.I.) la tendenza sia quella di anticipare il più possibile la frequenza dei laboratori, già dal biennio; di conseguenza mi pare che alcuni contenuti siano indispenzabili anche da un punto di vista strumentale.
Rimanderei, invece, al secondo anno i contenuti relativi alla probabilità, che credo siano da avvicinare prima di affrontare la statistica inferenziale, ma non necessariamente prima di affrontare la statistica descrittiva.
Di seguito, analizzeremo i contenuti stabiliti dai programmi Brocca, stabilendo per ciascuno di essi alcuni obiettivi specifici, in modo tale che sia più chiaro il quadro in cui inserire l'unità didattica che ho presentato nella seconda parte. Per la formulazione di questi obiettivi ho largamente utilizzato il materiale proposto sul numero 21 della rivista Induzioni.